11 Gennaio 2018
Alta, solare, spiritosa si imponeva sulle altre per la sua personalità aggressiva, una immediata antipatia reciproca si protrasse per qualche tempo, limitandoci ai soli rapporti di convenienza.
Di solito all’uscita del lavoro veniva a prenderla il suo fidanzato, un bell’uomo di una decina di anni maggiore di lei e con una fuoriserie da suscitare invidia.
Dopo qualche tempo di frequentazione lavorativa, ci siamo conosciuti meglio e l’antipatia si stava trasformando in qualcos’altro. Una sera l’ho accompagnata a casa con la moto e sono salito da lei .
Successivamente si è sposata e ci siamo rivisti dopo qualche mese. Una volta l’ho riaccompagnata a casa a piedi. Camminavamo nel viale alberato, che faceva da spartitraffico, parlavamo del più e del meno, anzi lei parlava ed io ascoltavo.
-Uscendo dal viale, scorgiamo suo marito fermo davanti al bar che guardava dalla nostra parte. Ci venne incontro, ci salutammo e decidemmo di prendere un aperitivo.
Mentre aspettavamo di essere serviti, lui appoggiato al banco, lei in mezzo ed io di fianco, rivolgendosi alla moglie le chiese, ma senza malizia, il motivo per cui uscivamo dal viale.
Avrebbe potuto raccontarle la verità, che era per non prendere il sole sul marciapiedi, invece per la coda di paglia dati dai precedenti, andò in pallone e non seppe rispondere.
Guardò lui, si girò verso di me in cerca di aiuto, ma prima che potessi intervenire si affloscio per terra e svenne.
Gli avventori si precipitarono per soccorrerla, ma ci riuscì il barman facendole annusare qualcosa, forse aceto.
Luisa si svegliò e ci sorrise. si era ripresa. Per uscire dall’impasse suggerii al marito di farla controllare, in quanto potrebbe essere stato un picco di pressione, magari, forse dovuto all’attesa di un bambino.
Quest’ultima ipotesi lo gratificò e felice pagò il conto delle consumazioni e ci salutammo.